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Un cinema del risveglio


C'è chi vede il cinema come una macchina per fare soldi e chi, invece, come un mezzo per poter comunicare a molti attraverso le immagini. Credo che il miglior rappresentante di questa seconda categoria sia Andrej Tarkovskij, cineasta russso che con soli 7 film detiene ancora, a vent'anni dalla sua morte, il titolo di miglior autore e regista. Ma non può essere altrimenti. DI seguito alcuni brani tratti dal suo libro "Scolpire il tempo" che ne definiscono la caratura e la grandezza.

[...] su quale fosse precisamente lo scopo che perseguivo nel mio lavoro, su che cosa differenziasse l'arte del cinema da tutte le altre arti, su quali fossero, secondo me, le sue potenzialità specifiche [...]

[...] Esiste un'altra lingua, un'altra forma di comunicazione, la comunicazione attraverso i sentimenti e le immagini. Grazie a questo genere di contatto viene superata l'incomunicabilità, vengono abbatutte le barriere. La volontà, il sentimento, le emozioni: ecco che cosa abbatte gli ostacoli che separano gli uomini [...]

Ciò che mi affascina straordinariamente nel cinema sono i collegamenti poetici, la logica della poesia. Essa, a mio avviso, corrisponde maggiormente alla possibilità del cinema, la più veritiera e la più poetica delle arti [...]

[...] quale enorme forza emozionale sia riposta nelle immagini sollevate alla massima altezza al di sopra della terra o, più esattamente, aleggianti al di sopra di essa, nelle quali l'artista si erge davanti a noi, non soltanto come indagatore della vita, bensì come creatore di elevati valori spirituali e di quella particolare bellezza che è in potere soltanto della poesia.

Bisogna far ricorso all'osservazione della vita e non alla costruzione stereotipata e senz'anima di una falsa vita in nome del gioco all'espressività cinematografica.

I capolavori nascono nello sforzo morale di esprimere degli ideali morali ed è alla luce di essi che sorgono le immaginazioni e le sensazioni dell'artista. Se egli ama la vita, se prova l'irresistibile esigenza di conoscerla, di cambiarla, di contribuire a far sì che essa divenga migliore, insomma, se l'artista si sforza di colaborare all'elevazione del valore della vita, allora non v'è alcun pericolo nel fatto che la rappresentazione della realtà passi attraverso il filtro della visione soggetiva e degli stati d'animo dell'autore, perché il risultato sarà sempre uno sforzo spirituale in nome del perfezionamento dell'uomo.

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